Stereotipi e feste di compleanno
Avete mai fatto caso agli inviti delle feste di compleanno dei compagni e delle compagne di classe dei vostri figli o delle vostre figlie? In genere lo scenario scelto come sfondo dell’invito dipende strettamente dal genere di appartenenza del festeggiato o della festeggiata. Se è maschio, via con i biglietti della squadra di calcio del cuore, o con l’Uomo Ragno, Batman, o Star Wars, se è femmina, ecco un tripudio di Frozen, Principesse o Violetta. I produttori di questi gadget da compleanno sono sempre molto attenti a contraddistinguere in maniera inequivocabile il rosa dall’azzurro, come se da questo dipendesse la buona riuscita della festa.
Capita tuttavia di ricevere degli inviti a tema “supereroi” per festeggiare il compleanno di una bambina. Si tratta di rari casi in effetti, ma in grado di suscitare reazioni sproporzionate rispetto alla reale importanza della cosa. Quando arriva un invito dei supereroi da parte di una bambina, emerge negli adulti un’incontenibile necessità di commentare:
“Uh! Guarda! Che forte!” se la reazione è positiva.
“Non c’è niente di strano: si vede che a lei piacciono i supereroi” se la reazione è neutra (anche se si tratta pur sempre di una reazione a una cosa che non dovrebbe averne nessuna).
“Ecco, tutta colpa del gender” se la reazione è negativa.
Il fatto che una bambina possa scegliere i supereroi per un invito alla sua festa di compleanno suona molto strano, ed è per questa ragione che le persone – noi tutti, forse – sentono la necessità di commentare, di chiarire, di spiegare.
Ma perché è strano che a una bambina possano piacere dei supereroi? Chi ha il potere di determinare i gusti delle persone, ma ancora di più ciò che è opportuno che piaccia alle femmine o ai maschi? È la nostra cultura. La nostra cultura che si manifesta attraverso le immagini sulle riviste, i personaggi televisivi, i libri scolastici, i cartelloni pubblicitari, le trasmissioni per radio, le vignette sui quotidiani, le vetrine dei negozi. Fin dai primi giorni di vita noi siamo immersi in un ambiente che non è neutro e che spesso ha un’influenza su di noi maggiore di quella che possono avere i nostri stessi genitori. E se questo ambiente nella sua interezza ci presenta il rosa come il colore delle femmine, a noi sembrerà strano che possa piacere a un maschio. E così, quando ci arriva un invito dei supereroi per il compleanno di una bambina, ci sembrerà che qualcosa sia andato fuori posto.
Ma fuori posto rispetto a cosa? Sempre agli stereotipi che quella stessa cultura ci ha proposto e ci propone in ogni istante della nostra vita. Pensate a quanta forza può avere la cultura sulla nostra vita, se un dettaglio insignificante come un invito a una festa può metterci in imbarazzo. Pensate a quante scelte facciamo o non facciamo sotto la guida invisibile di questa cultura.
E la cosa più grave è che spesso i condizionamenti a cui siamo sottoposti sono così forti che li confondiamo con la legge di natura. Eppure, nel DNA di quella bambina, non c’è traccia dei supereroi e nemmeno delle principesse. La natura non c’entra, ma c’entrano più spesso gli interessi economici di grandi aziende che devono differenziare il più possibile i loro target per vendere meglio e di più. Fa molto comodo alle aziende che maschi e femmine abbiano due universi di consumo nettamente differenziati tra loro, e questa è una tendenza recente che ci porta molto lontani dal dato naturale delle cose. Il dentifricio pensato per gli uomini è recente. E così anche i biglietti per gli inviti alle feste per maschi e per femmine.
Le aziende, attraverso i media, hanno un grande potere di influenzare la cultura in cui siamo immersi, ma noi abbiamo il potere altrettanto grande della consapevolezza. Dobbiamo solo esercitarci. Come? Parlandone, confrontandoci, chiedendoci perché un biglietto dei supereroi ci sembra strano per una bambina, se questa bambina è felice di usarli. Facciamo attenzione anche a queste piccole cose, perché è da queste che passa la nostra cultura e anche un po’ il nostro futuro.
Di questo e altri argomenti parliamo ogni martedì mattina dalle 10:30 alle 11:30 su Radio Popolare, all’interno della trasmissione “Cara ti amo” contro la violenza sulle donne.
Stay tuned 😉
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